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Cosmesi Naturale: la nuova sensibilità "verde", animata dai valori di qualità, salute ed ecosostenibilità al 100%, senza additivi chimici, conservanti e derivati animali. Troviamo linee dedicate alla cura e alla bellezza del viso e del corpo dermocompatibili, a base di elementi naturali, vegetali e biologici.

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Food - La pentola di Krissy

Condividiamo ricette gustose e sane, per preparare squisiti piatti di cucina tipica italiana e piatti internazionali. Scopri subito le ricette per tutti, facili e veloci da realizzare.

In my Kindle #1


Buongiorno a tutti! Eccoci qui di nuovo dopo una lunga assenza con due rubriche nuove "In my Kindle" e "In my Mailbox". Le due rubriche sono simili, "In my Kindle" è dedicata esclusivamente agli ebook acquistati o ricevuti, la rubrica "In my Mailbox" è invece riservata ai libri cartacei comprati, ricevuti in regalo, scambiati, o inviati dalle Case Editrici.





Titolo: Foglie d'erba
Autore: Walt Whitman
Editore: Newton Compton (eNewton Classici)
Data uscita: 31 marzo 2011
Pagine: 416
Prezzo: 1,99 euro

Cura e traduzione di Igina Tattoni. Edizione integrale del 1856 con testo inglese a fronte. Con un saggio di Lewis Fried. Foglie d’erba di Walt Whitman è la raccolta poetica di una vita. Costantemente modificata dall’autore fino ai suoi ultimi giorni, è un’opera di vitalità impressionante che si muove rapida tra la celebrazione appassionata del corpo sensuale e l’invocazione alla presa di coscienza universale. Stampato per la prima volta in forma anonima, “diverso” già nella sua struttura slegata e fluviale, Foglie d’erba cresce lentamente nella neonata coscienza critica americana, inneggia alla memoria storica del Paese e grida la gioia dei sentimenti, l’urgenza naturalistica, ma anche il dolore della guerra. Il riconoscimento delle diversità e l’onestà delle emozioni sono la pietra angolare della poetica di Whitman, che dalle contraddizioni pubbliche e private ricaverà grandi impulsi poetici. Con lui nasce il Sogno Americano.In questa edizione viene presentata per la prima volta al lettore la seconda versione della raccolta, risalente al 1856, in cui Whitman include numerosi nuovi componimenti e decide di dare un titolo a ognuno. «Celebro me stesso, E ciò che immagino tu immaginerai,Perché ogni atomo che appartiene a me appartiene davvero anche a te.» Walt Whitman nato nel 1819 e giunto a New York in tenera età, dopo gli studi presso la scuola pubblica sperimentò diversi lavori: fu fattorino, apprendista, insegnante e in seguito tipografo. L’inizio dell’attività giornalistica coincise con i primi tentativi poetici e con un misterioso viaggio a New Orleans, unico nella sua vita. È del 1855 la nascita di Foglie d’erba, cui l’autore dedicherà una costante rivisitazione. Dapprima ignorato e in seguito osteggiato, anche per la carica omoerotica dei suoi versi, si vedrà costretto all’autocensura prima di ottenere i dovuti riconoscimenti. Morì nel 1892.




Titolo: Matta per Manolo: Il club dei tacchi a spillo
Autore: Bea Buozzi
Editore: Mondadori
Data uscita: 10 giugno 2014
Pagine: 243
Prezzo: 4,99 euro

In una città frenetica come Milano è difficile, a trentacinque anni, illudersi di trovare l'anima gemella. È molto più appagante e meno frustrante collezionare scarpe meravigliose: come fa Palladiana, la protagonista di questo romanzo. Una trasferta a Napoli per lavoro sarà l'imprevedibile occasione per calzare un paio di fantastiche Manolo Blahnik. E saranno queste décolleté rosse - insieme alla criptica profezia di una maga incontrata sul molo Beverello - ad aprirle gli occhi: Palladiana ha solo un anno di tempo per scampare allo zitellaggio eterno! Un vero paradosso, per lei che di professione fa l'autrice per il programma televisivo "Sposami subito"... Nonostante lo scetticismo iniziale, con la lista dei suoi ex alla mano, Palladiana deciderà di ripercorrere gli amori del passato: per realizzare che è più facile inciampare nella felicità che non calzarla comodamente - proprio come è avvenuto per il suo amato paio di Manolo. Del resto «i graffi sotto le suole raccontano molte più cose dei fondi di caffè in una tazzina», lo dice sempre Ivanna, la sua vicina di casa, che dispensa consigli preziosi e, nonostante il suo aspetto quanto mai eccentrico, è incredibilmente saggia. Tutti gli inquilini di Palazzo Ranieri lo sanno, e non solo loro... Tra Napoli e Milano, Parigi e New York, tra la divertentissima caccia televisiva al matrimonio più bizzarro del mondo e la vita quotidiana di un variopinto condominio milanese, questo romanzo ci fa sorridere e palpitare e ci racconta come, con ironia e una grande dose di leggerezza, per capire l'umore di una donna sia sufficiente guardare quali scarpe indossa.




Titolo: Ragazze di campagna
Autore: Edna O'Brien
Editore: Elliot
Data uscita: 30 gennaio 2014
Pagine: 256
Prezzo: 9,50 euro

La timida e romantica Caithleen sogna l’amore, mentre la sua amica Baba, sfrontata e disinibita, è ansiosa di vivere liberamente ogni esperienza che la vita può regalare a una giovane donna. Quando l’orizzonte del loro piccolo villaggio, nella cattolicissima campagna irlandese, si fa troppo angusto, decidono di lasciare il collegio di suore in cui vivono per scappare nella grande città, in cerca d’amore ed emozioni. Nonostante siano fermamente decise a sfidare insieme il mondo, le loro vite prenderanno però vie del tutto inaspettate e ciascuna dovrà imparare a scegliere da sola il proprio destino. Ragazze di campagna venne scritto in soli tre mesi e inviato a un editore, il quale ricevette da un celebre scrittore suo consulente questo giudizio: “Avrei voluto scriverlo io”. Alla sua pubblicazione, avvenuta nel 1960, l’esordio narrativo di Edna O’Brien – fortemente autobiografico – suscitò reazioni di sdegno e condanna che andarono ben oltre le intenzioni di una sconosciuta autrice poco più che ventenne: il libro fu bruciato sul sagrato delle chiese e messo all’indice per aver raccontato, per la prima volta con sincerità e in maniera esplicita, il desiderio di una nuova generazione di donne che rivendicava il diritto di poter vivere e parlare liberamente della propria sessualità. A distanza di mezzo secolo, il libro che segnò il primo passo nella carriera di una grande scrittrice non ha perso nulla della freschezza e della verità che l’hanno reso uno dei romanzi di formazione più amati nel mondo, qui riproposto in una nuova traduzione.



Titolo: E poi
Autore: Natsume Soseki
Editore: Neri Pozza
Data uscita: 10 luglio 2014
Pagine: 287
Prezzo: 7,99 euro

È l'inizio del ventesimo secolo e in Giappone l'Era Meiji, l’epoca del grande Rinnovamento, avanza impetuosa con le sue sconvolgenti modernizzazioni. Daisuke − i baffi che con studiata eleganza cadono appena sul labbro superiore, le guance floride, la pelle dotata di una calda lucentezza − appartiene a una nobile famiglia, agli «aristocratici designati dal Cielo», e tuttavia è fiero di essere considerato un trentenne moderno, un dandy che legge il poeta italiano D’Annunzio, si diletta con le pagine così sfacciatamente decadenti della letteratura occidentale ed è lontanissimo dallo spirito antico del Giappone.
La sua educazione raffinata e la sua acuta sensibilità comportano, però, un prezzo nient’affatto piccolo da pagare: una fragilità nervosa, un cruccio, un’ansia fuori del comune, che Daisuke tenta di frenare col placido ritmo della sua esistenza inoperosa, fatta di letture, lunghi momenti di riflessione, sporadici incontri con amici, visite saltuarie alla dimora dei suoi familiari.
Questa vita tenuta al riparo dai conflitti crolla inevitabilmente il giorno in cui Michiyo, la giovane moglie di Hiraoka, un vecchio compagno d’università caduto in disgrazia, ricompare a Tokyo. Capelli nerissimi, viso ovale e occhi che sembrano incredibilmente grandi quando il suo sguardo si posa su qualcosa, Michiyo emana una vaga impressione di malinconia, uno struggimento irresistibili per Daisuke, che trasforma d’incanto l’affetto sempre nutrito per lei in una passione irrefrenabile.
Nella sua frequentazione della letteratura francese, Daisuke sa che il tormento, l’angoscia dell’adulterio sono sentimenti per eccellenza moderni.
Sa, tuttavia, anche che la modernità del Giappone non è tale da permettere di infrangere, senza imbattersi in un duro castigo, i sacri vincoli di una condotta morale trasmessa da millenni.
Per la prima volta nella sua vita, però, trova il coraggio di andare incontro al proprio destino: decide di rifiutare il matrimonio combinato che gli propone il padre − a rischio di incorrere nella sua collera e vedersi tagliare i viveri − e di dichiarare il suo amore a Michiyo.
Opera che, nella sua natura di dramma sentimentale ed esistenziale, si presenta come uno dei romanzi più moderni di Soseki, E poi è un libro fondamentale della letteratura giapponese, un classico imperdibile per i lettori dall’autore di Io sono un gatto e Il cuore delle cose.

Toscana - Settembre 2013

Ma com’è bella la Toscana! Siamo partiti con la moto, e per dire la verità è stato il mio primo viaggio con questo tipo di mezzo, ed è stato fantastico. 

Primo Giorno
Prima tappa: Norcia
Partenza sabato mattina, rifornimento di benzina e via. 
Abbiamo percorso circa 100 Km, e il fondoschiena ha iniziato sentire i primi segni di stanchezza. Abbiamo fatto un giretto in questa splendida città, sinceramente io avrei preso dei salumi, formaggi e tartufi, però purtroppo la moto non offre un bagagliaio da poter riempire con le meraviglie della gastronomia Umbra. Caffè, poi partenza per Assisi. 

Vie centrali di Assisi

 
Seconda tappa: Assisi 
Città che ho visitato più di 15 anni fa, ma ricordavo poco. Devo dire che mi ha sorpreso molto, il centro totalmente ristrutturato e pieno di negozietti e strutture ricettive. Benché possa vantare un'origine di epoca romana, l'attuale aspetto di Assisi, tanto degli edifici quanto del tessuto urbano, è stato sicuramente determinato dallo sviluppo medioevale. E' la città di San Francesco, ovviamente abbiamo visitato la Basilica di San Francesco d'Assisi (sia la parte inferiore che quella superiore), la Basilica fa parte del Patrimonio dell'umanità (Unesco)abbiamo ammirato opere di Cimabue, Giotto e siamo rimasti letteralmente a bocca aperta dalla bellezza della Basilica inferiore, ricca di decorazioni ed affreschi meravigliosi. 

Basilica di San Francesco d'Assisi

Vista Assisi dalla Basilica

Arrivo a Sinalunga. 
Finalmente dopo gli ultimi km fatti, siamo arrivati all'albergo a Sinalunga. Riposino, doccia e la sera avevamo una prenotazione al ristorante La Toraia, nella tenuta storica La Fratta della Val di Chiana, famosa per la carne di razza Chianina.


Il ristorante e' situato in un ambiente molto particolare e suggestivo, e' molto curato.


La qualita' della carne e' più che ottima, consigliattissima.

Secondo giorno
Arezzo
Abbiamo passeggiato sulle vie meravigliose di Arezzo ed abbiamo visitato: Piazza Grande o Piazza Vasari di Arezzo è uno dei più armonici complessi architettonici d'Italia. La Basilica di San Francesco, una piccola chiesa in pietre e mattoni è famosa perché ospita "La Leggenda della Vera Croce" di Piero Della Francesca. Il Duomo di San Donato è la chiesa degli aretini, dove spiccano per bellezza le vetrate colorate di Guillame de Marcillat e la Maddalena di Piero della Francesca dipinta nel 1465.

Duomo di San Donato

Piazza Grande di Arezzo
Pienza
Nel pomeriggio abbiamo fatto un giro con la moto arrivando a Pienza, è un piccolo borgo nel sud della Toscana, nella famosa Val d'Orcia, assolutamente da visitare. Questo incantevole borgo è ampiamente conosciuto come la città "ideale" del Rinascimento, creazione del grande umanista Enea Silvio Piccolomini, diventato poi Papa Pio II. Il borgo è pieno di piccoli ed incantevoli negozi che vendono tantissime varietà di pecorini, più o meno stagionati, che potrai assaggiare insieme a tantissimi altri prodotti locali tipici, come favolosi vini, spezie, pici, miele, e così via.


Terzo giorno
Partenza per casa, ma a cause delle forti pioggie siamo stati costretti a fermarci a Spoleto. Abbiamo preso una camera in un agriturismo molto carino, ma deserto. Eravamo i soli clienti per la notte! Tra l'altro l'agriturismo è situato nelle vicinanza di un cimitero, e subito mi sono venuti in mente un sacco di film con situazioni horror, fantasmi e tanto altro.


Ci siamo asciugati, e abbiamo fatto un giro a Spoleto (fortunatamente la pioggia si è fermata).



"Spoleto è la scoperta più bella che ho fatto in Italia […], c’è una tale ricchezza di bellezze pressoché sconosciute, di monti, di valli, foreste di querce, conventi, cascate!” Scrisse nel 1911 Herman Hesse.

Quarto giorno
Ci siamo svegliati con un sole splendente, e vai, giornata perfetta per il rientro. Tappa a Norcia, pausa caffè poi ci siamo ripartiti per casa.


Toscana e Umbria non potrei che consigliare queste bellissime regioni d’Italia per l’ospitalità della sua gente, per il buon cibo (ed il buon vino!) e per la ricchezza di arte e cultura.

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Prime Pagine #2 - L'ultima vittima di Tess Gerritsen

Prime Pagine - torniamo con la rubrica "prime pagine" con un thriller molto interessante. Di seguito potete leggere le pagine iniziali e farvi un'idea se potrebbe piacervi la storia, oppure se lo avete letto già fateci sapere se vi è piaciuto o meno.

Titolo: L'ultima vittima  
Autore: Tess Gerritsen

Prezzo:  16,40€
Data di uscita:  30 maggio 2013
Editore: Longanesi
Pagine:  327
Isbn:  978-8830436770

Trama:  A una prima occhiata sembra un college come tanti, forse solo un po' più esclusivo e curato degli altri. Immerso negli splendidi boschi del Maine, ha un immenso parco, lunghi corridoi, aule luminose, un attrezzato laboratorio di scienze e uno di informatica. Ma a fare la differenza, a Evensong, sono gli alunni. Qui, infatti, vengono accolti ragazzi che hanno subito gravi traumi, che devono riaprire gli occhi e tornare a vivere, perché la morte li ha sfiorati troppo da vicino. Il posto giusto per Teddy Clock: ha solo quattordici anni, ma è già sopravvissuto a due spaventosi massacri. Due anni fa la sua famiglia d'origine è stata sterminata; da poco una misteriosa e spietata mano omicida gli ha strappato anche i genitori adottivi... Solo a Evensong Teddy potrà ricevere l'aiuto di cui ha un disperato bisogno e riuscire a trovare le parole per raccontare al detective Jane Rizzoli quello che ha visto. Ma per Teddy non sembra esistere un posto sicuro e la morte varca anche l'alto cancello del college. Per Jane e la sua amica Maura Isles, l'anatomopatologa, è l'inizio di un'indagine complessa, a caccia di un assassino che sembra mosso solo da un istinto sadico e crudele e che invece ha un piano preciso ed efferato. Un piano che va compreso e sventato prima che sia troppo tardi... 




Prime Pagine - L'ultima vittima di Tess Gerritsen
              Capitolo 1
«Lo avevamo chiamato Icaro.
Ovviamente non era il suo vero nome. Avendo trascorso l'infanzia in una fattoria, ho imparato che non devi mai dare un nome a un animale destinato al macello. Parli del maiale numero uno o del numero due e non lo guardi negli occhi per evitare di scorgervi qualsiasi parvenza di consapevolezza, di personalità, d'affetto. Quando una bestia si fida di te, ti serve molta più determinazione per tagliarle la gola.
Con Icaro non c'erano stati problemi del genere: non si fidava di noi né aveva la minima idea di chi fossimo. Noi invece lo conoscevamo bene. Sapevamo che viveva nella periferia di Roma in una villa in collina cinta da un alto muro, che dalla moglie, Lucia, aveva avuto due figli di otto e dieci anni, che malgrado l'incalcolabile ricchezza amava i cibi semplici e aveva un ristorante preferito, La Nonna, dove cenava quasi ogni giovedì.
E sapevamo che era un mostro. Perciò quell'estate eravamo andati in Italia.
Dare la caccia ai mostri non è un'impresa per stomaci deboli né per quanti si sentono vincolati da futili convenzioni quali la legge o i confini nazionali. I mostri, in fondo, non rispettano le regole, quindi non possiamo farlo neanche noi. Non se ci prefiggiamo di annientarli.
Quando tuttavia abbandoni i codici del comportamento civile, corri il rischio di diventare tu stesso un mostro e proprio questo accadde quell'estate a Roma. Allora non lo capii. Nessuno di noi lo fece.
Finché non fu troppo tardi.

1
La sera in cui sarebbe dovuta morire, la tredicenne Claire Ward era in piedi sul davanzale della finestra della sua camera al secondo piano a Ithaca, incerta se saltare. Sei metri più in basso c'erano alcune forsizie trascurate, ormai oltre la fase di fioritura primaverile. Avrebbero attutito la caduta, ma con molta probabilità si sarebbe rotta qualche osso. Lanciò un'occhiata all'acero di fronte osservando il ramo robusto che si estendeva a poca distanza. Non aveva mai tentato di saltare perché non vi era mai stata costretta. Fino a quella sera era riuscita a sgattaiolare fuori dalla porta principale. Ma le sere delle fughe facili erano finite perché Bob Gran Noia l'aveva scoperta. D'ora in poi, signorina, te ne starai a casa! Basta girare di notte per la città come una gatta randagia.
Se mi spezzo il collo, pensò, è tutta colpa sua.
Sì, quel ramo dell'acero era decisamente alla sua portata. Doveva andare in certi posti, vedere certe persone: non poteva restare lì all'infinito a valutare le probabilità.
Si accovacciò preparandosi a spiccare il balzo, ma si bloccò all'improvviso quando i fari di un'auto spuntarono da dietro l'angolo. Il SUV passò furtivo come uno squalo nero sotto la finestra e risalì lento la strada silenziosa, quasi cercasse un'abitazione in particolare. Non la nostra, si disse Claire: non venivano mai persone interessanti a casa dei suoi genitori adottivi, Bob Gran Noia e la sua degna moglie Barbara Buckley. Persino i loro nomi erano noiosi, per non parlare delle conversazioni a cena. Com'è andata la tua giornata, caro? E la tua? Il tempo si sta mettendo al bello, no? Mi puoi passare le patate?
Nel loro mondo colto e altolocato Claire era un'aliena, la ragazzina selvaggia che non erano mai riusciti a capire nonostante gli sforzi. E ne avevano fatti tanti, davvero. Avrebbe dovuto vivere con una coppia di artisti, attori o musicisti, con persone che stavano alzate tutta la notte e sapevano divertirsi. Con gente della sua razza. Il SUV nero era scomparso. Ora o mai più.
Fece un respiro e saltò. Sentì l'aria serale sibilarle tra i capelli mentre si librava nel buio. Atterrò aggraziata come un gatto e il ramo vibrò sotto il suo peso. Era stato un gioco da ragazzi. Si calò rapida su un ramo inferiore e stava per balzare giù quando il SUV nero tornò. Passò di nuovo furtivo con il motore che ronzava sommesso. Claire lo osservò scomparire dietro l'angolo e poi si gettò sull'erba bagnata.
Guardò la casa alle sue spalle aspettandosi che Bob uscisse gridando: Torna subito dentro, signorina! Invece il portico restò buio.
Ora la serata poteva iniziare.
Si chiuse la cerniera della felpa con il cappuccio e si diresse verso il parco dove, per così dire, c'era movimento. A quell'ora tarda la strada era tranquilla e non c'erano molte luci alle finestre. Era un quartiere di villette da cartolina con finiture elaborate, una strada abitata da professori di college e mamme vegane convertite alla cucina senza glutine, tutti amanti dei gruppi di lettura. Ventisei chilometri quadrati circondati dalla realtà, così Bob definiva con affetto la città. Lui e Barbara vi appartenevano.
Claire invece non sapeva a cosa appartenesse.
Attraversò a grandi passi la strada, smuovendo le foglie secche con gli stivali graffiati. Un isolato più in là tre adolescenti, due ragazzi e una ragazza, stavano fumando una sigaretta alla luce di un lampione.
«Ciao», gridò loro. Il ragazzo più alto la salutò con la mano. «Ciao, Claire. Avevo sentito che ti avevano di nuovo proibito di uscire.»
«Per circa trenta secondi.» Claire prese la sigaretta che le aveva offerto, fece un tiro e buttò fuori il fumo con un sospiro di gioia. «Allora che programmi ci sono stasera? Che si fa?»
«Ho sentito che c'è una festa su, alle cascate, però dobbiamo trovare un passaggio.» «E tua sorella? Potrebbe portarci lei.»
«No, papà le ha preso le chiavi dell'auto. Restiamo qui e vediamo chi altro arriva.» Il ragazzo tacque guardando accigliato al di sopra della spalla di Claire. «Uh–oh. Guarda un po' chi c'è.»
Lei si voltò e gemette quando una Saab blu scuro accostò al marciapiede al suo fianco. Il finestrino del passeggero si abbassò. «Claire, sali in macchina», esclamò Barbara Buckley.
«Volevo solo stare con i miei amici.»
«È quasi mezzanotte e domani è un giorno di scuola.»
«Non sto facendo niente di illegale.»
«Sali subito in macchina, signorina!» ordinò Bob dal posto di guida.
«Voi non siete i miei genitori!»
«Ma siamo responsabili nei tuoi confronti. È nostro dovere educarti bene ed è questo che cerchiamo di fare. Se non vieni a casa con noi ora, ci saranno… ci saranno be', delle conseguenze!»
Sì, tremo dalla paura. Stava quasi per scoppiare a ridere quando notò che Barbara indossava un accappatoio e Bob aveva i capelli tutti scompigliati. Erano usciti tanto in fretta per ritrovarla che non si erano nemmeno vestiti. Sembravano entrambi più vecchi e stanchi, una coppia scarmigliata di mezza età che era stata buttata giù dal letto e che per colpa sua si sarebbe svegliata sfinita il mattino dopo.
Barbara sospirò esausta. «So che non siamo i tuoi genitori, Claire. So che detesti vivere con noi ma stiamo tentando di fare del nostro meglio, quindi per favore sali in macchina. Qui fuori non sei al sicuro.»
Claire lanciò un'occhiata esasperata agli amici, poi salì sul sedile posteriore e chiuse la portiera. «Okay?» fece. «Contenti?»
Bob si voltò a guardarla. «Il punto non siamo noi. Sei tu. Abbiamo giurato ai tuoi genitori che ci saremmo sempre presi cura di te. Se Isabel fosse viva, le spezzerebbe il cuore vedere come sei ora: ingestibile, sempre arrabbiata. Claire, ti è stata concessa una seconda possibilità ed è un dono. Ti prego, non gettarla via.» Sospirò e aggiunse: «Ora mettiti la cintura, okay?»
Se si fosse infuriato, se avesse urlato, non si sarebbe scomposta, ma lo sguardo che le rivolse era tanto afflitto che provò rimorso perché era una rompiscatole, perché ripagava la loro bontà con la ribellione. Non era colpa dei Buckley se i suoi erano morti, se la sua vita era un casino.
Quando si avviarono, si raggomitolò sul sedile, pentita ma troppo orgogliosa per scusarsi. Domani sarò più gentile, pensò. Aiuterò Barbara ad apparecchiare la tavola, forse laverò anche l'auto di Bob perché accidenti se ne ha bisogno.
«Bob», disse Barbara. «Che fa quella macchina laggiù?»
Un motore rombò e due fari si lanciarono contro di loro.
«Bob!» strillò Barbara.
Claire, scagliata in avanti dall'urto, fu trattenuta dalla cintura mentre la notte veniva squarciata da rumori terribili: il frantumarsi dei vetri, l'accartocciarsi delle lamiere.
E il pianto, il gemito di qualcuno. Aprì gli occhi, vide che il mondo si era capovolto e capì che il gemito era il suo. «Barbara?» mormorò. ... »







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